sabato 16 maggio 2020

Johan Huizinga: un testimonial per il gioco - Step#16

Tra i personaggi che si possono rintracciare nella storia e nella filosofia, portavoci dell'importanza del gioco in quanto mezzo educativo ed espressivo, imprescindibile nella formazione umana, la figura più significativa è senz'altro quella del filosofo olandese Johan Huizinga, che nel 1938 scrive la sua opera più importante, dal titolo 'Homo Ludens'. 
Johan Huizinga, 1938

Questo scritto rappresenta la prima opera in assoluto in cui il gioco viene descritto attraverso una trattazione sistematica, tipica delle indagini filosofiche: egli infatti, propone questo concetto come centro propulsore di tutte le attività umane e, secondo la sua teoria, da esso si sviluppa la cultura secondo differenti forme.
La sua tesi è sicuramente innovativa: egli infatti sostiene che la civiltà umana sorge e si sviluppa nel gioco e come gioco, ed esso è presentato per la prima volta come un'attività culturale e spirituale insieme. Si tratta quindi di una pulsione istintuale, spirituale, attraverso la quale l'uomo si esprime, senza giustificazione logica.

Secondo Huizinga, il gioco è presente dall'alba dei tempi in qualsiasi società, e diventa espressione di una determinata società o civiltà. Non si gioca ovunque nello stesso modo, le varie civiltà esprimono modi di giocare differenti legati alle loro caratteristiche, ma la cosa essenziale è che ovunque si gioca e si è sempre giocato.
Copertina principale dell'opera di J. Huizinga "Homo Ludens"

Il gioco viene definito dalle seguenti caratteristiche:
1- È attività libera, cui l’individuo prende parte per propria scelta;
2- Instaura una realtà diversa da quella di tutti i giorni;
3- È attività disinteressata;
4- Si svolge entro precise limitazioni di tempo e di spazio;
5- Segue un codice, delle regole prefissate, cui il giocatore decide di sottostare.

Per il filosofo quindi, il gioco è una costante fondamentale dello sviluppo di una cultura, la base su cui si poggia per costruirsi; inoltre, è più antico della cultura stessa ed è qualcosa di più che un fenomeno puramente fisiologico o una reazione psichica fisiologicamente determinata. Il gioco è una funzione che contiene senso. In questa accezione dunque, il gioco sarebbe, tra i tanti strumenti di produzione del senso individuale e di costruzione dell’immaginario collettivo, quello privilegiato.

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