martedì 31 marzo 2020

Giochi e videogiochi nelle pubblicità - Step #05

La pubblicità non è un prodotto della società moderna. 
É facile, infatti, trovare testimonianze (anche dalla letteratura latina e greca) di come questa fosse già largamente utilizzata in epoche molto più antiche delle nostre: lo scopo dell'attività propagandistica è sempre stato chiaro agli uomini di ogni periodo. 
Tuttavia, è evidente che nel mondo contemporaneo la pubblicità è onnipresente, con la differenza che cartelloni pubblicitari e volantini sono stati ormai sostituiti dall'advertising digitale.

A proposito del tema di questo blog, tra le pubblicità che riguardano il gioco è possibile elencarne molte: quelle del gioco d'azzardo (di cui ho parlato proprio nel post precedente), del gioco sportivo, di giocattoli e soprattutto, dei videogames, i cui componenti base sono proprio frutto del lavoro dell'ingegneria.

Di seguito alcuni esempi, da ieri a oggi: 

Poster pubblicitario per i giochi Olimpici di Londra
1948
il Meccano, un gioco per piccoli ingegneri
(ancora oggi presente, in versione evoluta)
1928
Pubblicità del Nintendo negli anni '90.
Un marchio che ha rivoluzionato
 la storia dei videogiochi.

Pubblicità di alcuni videogiochi di oggi.
2020

Anche due esempi di spot pubblicitari:

venerdì 27 marzo 2020

Mitologia e gioco...d'azzardo! - Step #04

Il gioco fa parte della tradizione culturale di tutti i popoli. 
L’essere umano ha bisogno di giocare: tramite questa attività, infatti, ogni uomo mette in scena riti e comportamenti che hanno lo scopo di prepararlo alla vita adulta. Questo aspetto si può osservare soprattutto guardando i bambini, che fin dalla più tenera età si preparano a crescere giocando. 
Illustrazione egiziana che illustra un gioco da tavolo

È interessante riscoprire le origini del gioco anche e soprattutto nella mitologia: ritroviamo dèi o eroi protagonisti intenti a giocare, a determinare il destino di un mondo lanciando dadi o spostando pedine.

Uno degli esempi più significativi è infatti proprio quello di Zeus che, dopo la battaglia con i titani, si spartì il mondo con i suoi fratelli maggiori Poseidone e Ade sorteggiando i tre regni: Zeus ebbe in sorte i cieli e l'aria, Poseidone le acque e ad Ade toccò il mondo dei morti. L'antica terra, Gaia venne invece condivisa da tutti e tre.

In pratica, secondo la mitologia greca le tre divinità divisero i loro poteri giocando, con modalità molto simili a quelle del gioco d’azzardo!
E in effetti, dopo un po’ di ricerche, ho scoperto che il gioco d’azzardo è una delle forme di intrattenimento più antica: si può facilmente riconoscere nel mito, ed è una modalità di gioco sopravvissuta fino ai giorni nostri. Molto prima che i casinò online popolassero la rete, giocare d’azzardo si praticava in modi diversi in tutto il mondo, a partire dall’Antica Grecia.

A dimostrazione di ciò, possiamo far riferimento anche a un altro esempio proveniente dalla mitologia greca: vi è, infatti, il racconto di un gioco di fortuna, stavolta fra Poseidone, il dio del mare e dei terremoti, e Atena, la dea della sapienza, dell'arte e della guerra. Le due divinità entrarono in conflitto per l'ottenimento del patronato sulla città di Atene; finendo in lite, gli dei decisero di risolvere la diatriba mediante una scommessa, dopo la quale Poseidone, in quanto perdente, gettò una maledizione sulla città: Atene non avrebbe avuto abbastanza acqua mai più da quel momento in poi.

Esempi ancora più antichi, che riguardano la presenza del gioco nel mito, si trovano nella Civiltà Egizia
In un mito egizio, la dea della notte Nut andò a chiedere aiuto al saggio dio Thoth, pregandolo di fare qualcosa per salvarla dalla maledizione che il dio solare Ra aveva gettato su di lei. Nut infatti era incinta, ma Ra si era ingelosito e aveva decretato che i figli di Nut non sarebbero potuti nascere in nessuno dei giorni dell’anno. Thoth allora sfidò il dio lunare Khonsu al gioco del senet: le divinità giocarono su una scacchiera di trenta caselle, disponendo sette pedine per ciascuno. La parola senet significa passaggio, infatti questo gioco simula il viaggio delle anime nell’aldilà. Lo scopo di ciascun giocatore è quello di portare sane e salve tutte le sue sette pedine attraverso il percorso, costellato di pericoli (un gioco che somiglia molto al nostro gioco dell’oca).


Il gioco del Senet. A oggi, risulta uno dei giochi più antichi di cui si abbia notizia.

Tantissime scene dipinte nell’epoca dell’Antica Grecia riportano le situazioni di scommesse, spesso sulle gare di cani, uccelli e diversi animali domestici. 

Naturalmente, col passare del tempo i giochi sono stati modificati e uniti alla tecnologia, diventando più sofisticati e più divertenti. Il risultato odierno? Sono svariati giochi da tavolo e tantissime slot online amati da tanti giocatori di tutto il mondo.


Riferimenti:

lunedì 23 marzo 2020

La storia del gioco dalla letteratura, allo sport...all'ingegneria - Step #02

Fare filosofia significa cercare il vero. Come potrebbe essere altrimenti, dal momento che questa ricerca della verità (e quindi, della conoscenza) ci viene suggerita dal significato stesso della parola? Filosofia, infatti, deriva dal greco “philos” amore, e “sophia”, conoscenza. 

Quindi, prima di cominciare, è essenziale capire l’importanza del significato delle parole, di ogni definizione e sfaccettatura che un termine può assumere, partendo proprio dall’etimologia dello stesso. La radice etimologica delle parole, infatti, ci rivela molto della loro essenza e della loro storia, conservata o dimenticata.
Per questo motivo, perché non approfondire le origini della parola da cui prende spunto questo blog, nonché questo percorso?

Gioco deriva dal latino "iocus", in origine “gioco di parole”, “scherzo”, facezia arguta o volgare, che al plurale indica spesso i giochi amorosi, il corteggiamento disimpegnato, i componimenti letterari a sfondo erotico. Possiamo ricordare anche un altro termine latino che ha lo stesso significato: ludus, usato soprattutto per indicare il gioco d’azione, e ludi sono, infatti, i giochi pubblici nel Campo Marzio, gli spettacoli dei gladiatori, gli agoni sportivi. 

mosaico di epoca romana che illustra le competizioni
Il gioco per gli antichi è prevalentemente strumento per lo sviluppo del corpo, ma anche importante mezzo di propaganda politica: "panem et circenses" per accontentare la plebe. D’altra parte, la stretta connessione tra mente e corpo permetteva di percepire il gioco anche come allenamento mentale, strumento per fortificare lo spirito e mezzo per acquisire più sviluppate capacità logiche e mnemoniche, come nel caso dei giochi matematici, degli enigmi e dei paradossi.

È così che il significato della parola si è evoluto in senso moderno.

Si può quindi pensare che il termine "gioco" nasca legato indissolubilmente all'attività sportiva: ne è una testimonianza ancora oggi la sua traduzione singalese: la parola ක්රීඩාව (krīḍāva) significa infatti non solo gioco, ma anche sport.

Tratto da "Dell'arte militare"
di Publio V. Renato

Viste le origini di questo termine, non sorprende quindi che è possibile rintracciare le prime orme di questo vocabolo proprio nella letteratura latina: è interessante, per esempio, la testimonianza nello scritto “Dell’arte militare”, di Publio Vegenzio Renato, funzionario e scrittore di epoca tardoromana (come si può vedere nella figura a sinistra).

Procedendo con gli anni, questa parola compare sempre con maggiore frequenza, eccone alcuni esempi dall’età rinascimentale ad oggi:

P. Della Valle (sec. XVI-XVII), 1-10: 
Facendo intanto suonare e cantar di continuo, ...prende co’ sopradetti essercizii quella ricreazione che i nostri prencipi, quando sono disoccupati, sogliono prendere o con giuoco o con conversazione d’altra sorte. 

Pallavicino (sec. XVII), 7-219: Sente noia il fanciullo in lasciar il
giuoco per dar opera alla lezione prescrittagli dal maestro

B. Croce, III-9-6: Il giuoco in senso empirico è il «variar fatica» ; sicché ogni fatica può diventar giuoco (risolvere un problema di matematica può esser giuoco, e giuoco spaccare la legna, secondo i casi), e ogni giuoco è una fatica, ossia un lavoro, per vano che si pensi. In senso esatto e filosofico, poiché la vita dello spirito è un continuo variar fatica, tutta la vita è giuoco (libero giuoco di forze); e perciò definire l’arte come giuoco è dir nulla. 

Montale, 1-95:
Ah il giuoco dei cannibali nel canneto, / i mustacchi di palma, la raccolta / deliziosa dei bossoli sparati! / Volava la bella età come i barchetti sul filo / del mare a vele colme.

Anche i dialetti e le diverse parlate regionali della nostra nazione ci raccontano la storia della nostra lingua e, in effetti, indagando un po', ho notato come molte di queste sembrano conservare l'essenza latina della parola gioco. A proposito di ciò, ho pensato di riportare la "traduzione" del termine nei dialetti di diversi luoghi di Italia:
  • "ioco", è il corrispondente di "gioco" nel dialetto del mio paese, in Basilicata: da notare quanto questo vocabolo somiglia al latino iocus;
  • "zögu", in Liguria;
  • "sciùg" in Puglia (per essere più precisi, ad Andria);
  • "gioeugh" in Lombardia (Milano)
  • "gieu" in Piemonte;
  • "zògo" in Veneto;
  • "jocu" in Sicilia.
Queste testimonianze dimostrano anche come la parola latina "iocus" si sia evoluta in maniera differente nelle diverse regioni italiane: alcune espressioni dialettali, infatti, sono rimaste molto simili al corrispondente in latino, altre invece, somigliano al termine attuale.

Riferimenti e fonti
  • il Grande Dizionario della lingua italiana, la cui versione online è disponibile a questo indirizzo: http://www.gdli.it/
  • Nella ricerca dei termini dialettali, le vere fonti sono state la mia famiglia, nonchè le mie compagne di corso e le mie coinquiline che, provenendo da varie parti d'Italia, hanno potuto aiutarmi in questa ricerca.


Gioco... In tutte le lingue del mondo! - Step #01bis


Un'altra indagine interessante che si può condurre, a proposito dell’etimologia della parola gioco, è quella che riguarda la traduzione di questo termine in altre lingue, a partire da quelle a noi più vicine, come l’inglese, a finire con quelle che più si allontanano dal nostro parlare, come il cinese, il turco, il coreano o il singalese:

In foto, il "go", uno dei giochi da tavolo più antichi, inventato
in Cina più di 2500 anni fa!
• Inglese: game 
• Francese: jeu
• Albanese: lojë 
• Olandese: spel 
• Spagnolo: juego
• Irlandese: cluiche
• Greco: παιχνίδι
• Cinese: 游戏
Arabo: اللعبة
• Coreano: 게임
• Russo: игра
• Singalese: ක්රීඩාව
• Rumeno: joc
• Turco: oyun

Da notare alcune piccole curiosità sulle varie traduzioni del termine:

•il corrispondente cinese di gioco, è composto da due ideogrammi: il primo, (yòu), ha significati molto vari: viaggiare, errare, vagabondare, peregrinare; il secondo, (Xì), significa spettacolo: una definizione che quindi si avvicina soprattutto ai giochi circensi e quelli sportivi, che infatti presuppongono anche la presenza di spettatori, proprio come durante uno spettacolo.

•in singalese, la parola ක්රීඩාව (krīḍāva) significa non solo gioco, ma anche sport, e unisce pertanto in un unico termine due ambiti che hanno davvero tanto in comune anche nella nostra lingua: entrambi racchiudono infatti, divertimento e competizione, e sono un ottimo esercizio per le facoltà intellettive e pratiche dell’uomo.

•In coreano, oltre al termine che ho indicato, ne esiste ancora un altro: 백래시. Anch’esso significa gioco, ma nel senso che viene attribuito a questa parola nell’ambito dell'ingegneria: gioco inteso come differenza dimensionale tra due organi meccanici accoppiati.


Fonti
Non conoscendo tutte queste lingue ho utilizzato, durante la fase di ricerca delle traduzioni, il sito glosbe, il più grande dizionario multilingue online.

venerdì 20 marzo 2020

Il gioco : essenza dell'attività umana

Ritratto di Friedrich Schiller



"L'uomo gioca solo quando è un uomo nel pieno senso della parola, ed è completamente uomo solo quando gioca."

(Friedrich Schiller)






Sitografia

giovedì 19 marzo 2020

"Gioco": definizione ed etimologia della parola - Step #01



"giòco (letter. giuòco) s. m. [lat. iŏcus «scherzo, burla», poi «gioco»] (pl. -chi).  Qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive."


Come riportano le prime righe del Vocabolario Treccani, e del Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana (in foto), la parola "gioco" deriva dal latino "iocus", che significa scherzo, burla.

Il gioco è un'attività a cui tutti gli uomini, indistintamente, si dedicano, esercitando capacità manuali e intellettive: si può trattare di un'attività ricreativa o lavorativa, più o meno seria. 
Ma questo termine ha davvero molteplici significati: giochi all'aperto, enigmistici, matematici, di prestigio, di parole, di ruolo...
Questa parola, nell'ambito del quotidiano, viene utilizzata frequentemente, in differenti situazioni, e si può ritrovare in varie espressioni e modi di dire: "fare buon viso a cattivo gioco", "essere il gioco di...", "mettersi in gioco", "prendersi gioco di...".

Il gioco è spasso, intrattenimento, festeggiamento, letizia e allegria. Ma può anche essere gioco sporco, gioco del potere, gioco d'azzardo, gara e competizione.

Da questa parola così variegata comincia anche il mio gioco: questo percorso, in cui si fonderanno due ambiti che, a primo impatto, sembrano tanto diversi e che invece, sono sicura hanno tanto da condividere: la Filosofia e l'Ingegneria.


Riferimenti: