venerdì 24 aprile 2020

I dadi: gioco, probabilità, macchina del caso


Se dovessimo rintracciare uno degli oggetti più antichi al mondo, sicuramente potremmo parlare dei dadi, la cui origine è antichissima.
Le testimonianze più remote di questi strumenti risalgono a moltissimi anni fa: dadi a sei facce, praticamente uguali a quelli moderni, sono stati trovati in Egitto, risalenti al 600 a.C. , e Cina addirittura del 2000 a.C. : in oriente probabilmente venivano già utilizzati da tempi immemorabili.
I dadi nascono come oggetti magici: inizialmente erano usati per divinare il futuro, come strumenti di maghi e aruspici. Forse anche per questa ragione venivano conservati nelle tombe, data la stretta connessione con l'interpretazione del divino. In seguito diventarono oggetti per il gioco, soprattutto quello d'azzardo, utilizzati in versione virtuale ancora oggi.

Nell'antica Grecia erano immancabili durante i banchetti tra le classi più alte, mentre ai tempi dell'Impero Romano erano i protagonisti di varie scommesse. A questo periodo risale anche la famosissima espressione "Alea iacta est" ("il dado è tratto"), usata da Caio Giulio Cesare prima di oltrepassare il Rubicone.

A partire dalla fine dell'epoca medievale, i dadi diventano oggetto di studio di matematici e statisti, che ne scoprono le potenzialità di vere e proprie macchine del caso.La curiosità di prevedere il futuro, comincia a tradursi nelle prime teorie che associano il lancio dei dadi alla probabilità: sono testimonianza gli scritti di Joosten Paschier, che illustra nel suo libro teorie sul gioco dei dadi, nel 1942, e quelli di Jacob Bernoulli nel 1712.
Cento anni dopo, Laplace getterà le basi della moderna teoria probabilistica attraverso il suo saggio "Essai Philosophique sur les Probabilités" (1814), alcuni anni dopo gli studi sul calcolo differenziale di G.L. Lagrange, celebre matematico torinese. 
I dadi quindi, sono stati il primo strumento a ispirare i moderni studi della statistica, un settore che ormai è strettamente collegato alle scienze più moderne, come la meccanica quantistica e la fisica relativistica, in cui si parla di fenomeni più o meno probabili, piuttosto che certi, in cui il nesso causa-effetto lascia posto al concetto di casualità. L'equazione di Schrödinger  o il principio di indeterminazione di Heisenberg sono esempi emblematici di quanto la scienza si intrecci strettamente alla probabilità.

Famosa a questo proposito è la celebre citazione di Albert Einstein, rivolta agli studi dello scienziato Bohr: "Dio non gioca a dadi col mondo". 
I dadi sono curiosamente presenti anche in uno dei termini più usati dell'ingegneria: la parola progetto deriva infatti dal latino "pro-jicere", che significa proprio lanciare i dadi!

Riferimenti
Questo post è stato ispirato dalle considerazioni fatte nelle ultime lezioni di Filosofia dell'ingegneria, sui concetti di causa e casualità, e sul legame tra ingegneria e divinazione.

Per saperne di più
Equazione di Schrödinger
dadi e probabilità
storia dei dadi da gioco



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