lunedì 6 aprile 2020

...s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo - Step #07

La ricerca del gioco nel mondo poetico è tutt'altro che sterile o difficoltosa: dal momento che la poesia stessa nasce come gioco di parole, suoni ed emozioni, si potrebbero riportare davvero molti esempi della presenza di questo concetto nei testi poetici, a partire dai carme catulliani fino ad arrivare ai componimenti di Eugenio Montale.
Tuttavia, il testo che a mio parere più rispecchia la dimensione giocosa della poesia, è "S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo", il sonetto più famoso di Cecco Angiolieri, poeta di età trecentesca, nonchè maggior rapprensentante del genere comico-realistico e del filone antistilnovistico. Questo testo più di tutti conserva la visione della poesia come gioco divertente e spassoso. 

" S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo "

S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; 
s’i’ fosse vento, lo tempesterei; 
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei; 
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;

s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo
ché tutti cristïani imbrigherei; 
s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei? 
A tutti mozzarei lo capo a tondo. 

S’i’ fosse morte, andarei da mio padre; 
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui: 
similemente farìa da mi’ madre. 

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, 
torrei le donne giovani e leggiadre: 
e vecchie e laide lasserei altrui.

Per saperne di più:

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