giovedì 2 aprile 2020

Il gioco dell'angelo - Step #06

Foto scattata da me 
Curiosando nella mia libreria, ho avuto il piacere di riscoprire uno dei miei romanzi preferiti, in cui proprio nel titolo compare la parola centrale di questo blog. 
Si tratta di un best seller dello scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafòn (in assoluto tra i miei prediletti), dal titolo "Il gioco dell'angelo". 

Il gioco non è presente soltanto sulla copertina del volume, ma è proprio intorno a questa tematica che si sviluppa tutta la storia: si tratta del gioco maledetto macchinato dall'angelo-demone Andreas Corelli (camuffato da sembianze umane), attraverso il quale è soggiogato il protagonista del libro, David Martin, condannato a vivere un'eterna giovinezza da passare in solitudine.
Il gioco diabolico di Andreas Corelli, incarnazione di Lucifero, è il vero motore della storia, che spinge ogni azione di David Martin a rientrare in un preciso piano di distruzione; d'altra parte, David rappresenta l'uomo mosso dalla bramosia dei propri desideri: pur di diventare scrittore e guarire da una grave malattia, è disposto a "scendere a patti" col diavolo e giocare con l'ignoto.
Fanno da sfondo alla vicenda i luoghi più suggestivi della Barcellona degli anni '20, tra piazze, biblioteche e spiagge.
Sono evidenti le somiglianze con il Faust di J.W. von Goethe e il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

Di seguito alcune delle mie citazioni preferite:
"Non posso morire, dottore. Non ancora. Ho delle cose da fare. Poi avrò tutta la vita per morire." 
"Si finisce per diventare ciò che si vede negli occhi di quelli che si desiderano."
Per saperne di più:
Carlos Ruiz Zafòn - biografia
Il cimitero dei libri dimenticati - la tetralogia

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